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Lesioni Muscolari Nello Sport

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Lesioni Muscolari Nello Sport, sai quali sono le principali algie di un atleta?

In ambito sportivo avvengono spesso infortuni muscolari e varie lesioni . Questo perché il muscolo è soggetto a sforzi intensi e in modo prolungato.

Le cause dell’infortunio nell’atleta vanno rintracciate in una preparazione fisica non adeguata o non progressiva, nello scarso riscaldamento specifico, nel sovvertimento dei tempi di recupero e di riposo, in una predisposizione o fragilità personale , nelle problematiche metaboliche o nella predisposizione genetica.

In questo breve articolo tratteremo le lesioni muscolari nello sport più comuni:

la contrattura, lo strappo, lo stiramento.

lesione muscolare

Lesioni Muscolari Nello Sport: La Contrattura

Tra le lesioni muscolari nello sport, la contrattura consiste nella contrazione improvvisa e involontaria di un muscolo.

E’ forse la lesione muscolare meno grave.

L’anomalo accorciamento rende il muscolo particolarmente resistente allo stiramento passivo. E’ infatti un meccanismo di difesa per rispondere ad un carico eccessivo che sollecita il muscolo, oltre il suo fisiologico limite di stress.

– cosa accade nella contrattura

Nella contrattura aumenta il tono e il volume del muscolo che si presenta rigido e accorciato.

Non c’è alcuna lesione delle fibre muscolari, ma anche alla palpazione la lesione deve interessare almeno il 70% dell’intero ventre muscolare e devono essere presenti dei punti dolorosi.

I muscoli generalmente più colpiti da una contrattura sono il trapezio, il retto femorale, il gastrocnemio, gli ischio-crurali, gli adduttori piuttosto che il gran dorsale o il quadrato dei lombi.

– come si manifesta una contrattura

La contrattura si presenta con un dolore modesto e diffuso che spesso compare durante l’attività fisica. Seguono la mancanza di elasticità, tensione, limitazione al movimento, formicolii diffusi e incapacità a mantenere a lungo una stessa posizione.

Anche se ben tollerata, si consiglia di interrompere la regolare attività sportiva fino alla completa guarigione, per evitare complicazioni più gravi.

– le cause che portano alla contrattura

Questa lesione muscolare può essere causata da traumi diretti, movimenti bruschi e improvvisi, debolezza e mancanza di coordinazione, squilibri posturali , sforzi muscolari ripetitivi e usuranti, problematiche articolari croniche ( come artrosi o dismetria degli arti ) , alimentazione scorretta, stress emotivi ( come l’ansia ), stress climatici e ambientali ( esposizione al freddo ), stanchezza, inadeguata respirazione, sovrappeso, gravidanza, disidratazione e carenza di magnesio, potassio, calcio e sali minerali, disturbi circolatori e metabolici ( che non permettono il giusto rifornimento di ossigeno e glucosio al muscolo ), patologie neurologiche e mialgie ( Parkinson, epilessia, fibromialgia, sclerosi multipla ).

– contrattura o crampo?

La contrattura può essere confusa con il crampo muscolare che è comunque una contrazione muscolare spasmodica e dolorosa spesso più violenta, causata da squilibri idro-salini, stanchezza o contusioni.

I tempi di recupero della contrattura sono molto più lunghi di quelli di un crampo.

– tempi di recupero e consigli per la contrattura

La contrattura generalmente guarisce con il riposo dopo 5-7 giorni.

E’ consigliato lo stretching e un opportuna riabilitazione.

Applicare impacchi caldi o fanghi per sciogliere le fibre muscolari e apportare maggior sangue alla zona, ( ghiaccio subito dopo l’infortunio per ridurre la sensazione dolorosa ).

Utilizzare pomate a base di arnica o artiglio del diavolo.

Mantenere una costante idratazione e aumentare l’assunzione di alimenti e integratori ricchi di sostanze antiinfiammatorie ( come omega 3 e antiossidanti, vitamine e minerali, no alcol ).

Oltre al massaggio decontratturante, in particolar modo per le contratture delle fasce profonde o dei muscoli più interni, si può utilizzare il taping somato mio fasciale, sfruttando la trazione e l’elasticità delle bende elastiche.

Se il dolore persiste, è sempre consigliato il consulto del medico per scongiurare lesioni più gravi o per intervenire con terapie farmacologiche.

Le Lesioni Muscolari Nello Sport: Lo Stiramento

Tra le lesioni muscolari nello sport, lo stiramento consiste nell’allungamento eccessivo della fibra muscolare con alterazione evidente del tono del muscolo.

Detto anche “elongazione muscolare”, è una lesione muscolare di media entità, collocata tra la semplice contrattura e il ben più grave strappo.

Ogni muscolo possiede i fusi neuro-muscolari, particolari recettori che trasmettono informazioni, circa la velocità e l’entità dello stiramento, al sistema nervoso centrale, che attuerà una risposta allo stimolo.

Se il muscolo si allunga eccessivamente, anche i fusi, posti in parallelo con le fibre muscolari, si stirano, producendo il riflesso da stiramento che causa un improvvisa contrazione muscolare alla quale si associa il rilassamento dei muscoli antagonisti.

In particolari condizioni di affaticamento, questo sistema risulta insufficiente e porta l’atleta alla lesione muscolare da stiramento.

– come si manifesta lo stiramento

Nello stiramento muscolare si avverte un dolore acuto ed improvviso che porta in spasmo il muscolo.

Il dolore è più circoscritto. Ci possono essere anche dei versamenti di sangue e talvolta il dolore è sopportabile, tanto da non impedire subito il proseguimento dell’attività.

Si consiglia, tuttavia, di fermarsi anche se il dolore è lieve, per evitare la degenerazione in strappo muscolare.

– le cause che portano allo stiramento

Le cause che possono portare allo stiramento muscolare sono le stesse che portano alla contrattura, ma con effetti più compromettenti:

la mancanza di riscaldamento e una preparazione fisica inadeguata, movimenti violenti, microtraumi ripetuti, condizioni climatiche avverse, abbigliamento e calzature non adatti, recupero insufficiente, squilibri posturali, muscolari e articolari.

– tempi di recupero e consigli per lo stiramento

La durata media per il recupero di una lesione di stiramento è di circa 15-20 giorni, evitando il rischio di recidive.

Si consiglia l’utilizzo del protocollo R.I.C.E. ovvero riposo o immobilizzazione, applicazione di ghiaccio, bendaggio compressivo ( per ridurre le emorragie ) ed elevazione dell’arto.

Il ritorno all’allenamento sarà graduale con particolare attenzione alla fase di riscaldamento, anche se la pratica dello stretching può essere anche pericoloso, se non si è seguiti da personale specializzato.

Nella fase acuta, è sconsigliato praticare il massaggio nella sede della lesione.

E’ opportuna la visita di uno specialista che può richiedere indagini strumentali diagnostiche e introdurre farmaci antinfiammatori e miorilassanti.

Le Lesioni Muscolari Nello Sport: Lo Strappo

Tra le lesioni muscolari nello sport, lo strappo consiste nella rottura di alcune o di tutte le fibre muscolari oppure la rottura del connettivo che compone il muscolo.

E’ la lesione muscolare più seria e grave e secondo una classificazione standard, lo strappo può essere di tre gradi.

– classificazione dello strappo

I grado, moderato, distrazione muscolare.

Le fibre danneggiate sono poche ( inferiori al 5% ). Dolore immediato. Permette di proseguire l’attività. Leggero fastidio alla contrazione e allungamento. Nessuna perdita importante di forza o particolari limitazioni nel movimento.

Guarisce da solo nel giro di 2-3 settimane.

Si consiglia una visita specialistica.

II grado, grave .

Le fibre danneggiate sono maggiori ( tra il 5 e il 50 %). Il dolore è percepito come molto forte, acuto, pungente in seguito ad una violenta contrazione muscolare. Qualsiasi attività sportiva può essere continuata, ma con un aggravamento progressivo dei sintomi e della lesione stessa. Si possono manifestare tumefazioni ed ecchimosi.

Il trattamento riabilitativo è necessario per riportare il muscolo alle normali condizioni.

III grado, gravissimo

Avviene la lacerazione completa o semi completa del ventre muscolare ( almeno 3/4 delle fibre oppure fibre danneggiate oltre il 50 %) che impedisce il proseguimento di qualsiasi attività sportiva, per impotenza funzionale.

Il dolore è violentissimo e si presenta anche edema e gonfiore.

Anche alla palpazione è percepibile un avvallamento nella sede della lesione.

Necessita un attento percorso medico e riabilitativo per limitare i danni perché non sempre è possibile un recupero completo.

– le cause che portano allo strappo

Lo strappo è generalmente causato da un’ eccessiva sollecitazione, come brusche contrazioni o scatti improvvisi, ed è piuttosto frequente soprattutto negli sport che richiedono un movimento muscolare esplosivo come sollevamento pesi, baseball, calcio, gare di sprint e di salto.

Lo strappo muscolare alla coscia interessa più frequentemente il bicipite femorale o il quadricipite femorale.

Quello al tricipite della sura si localizza, in genere, nella parte bassa, vicino alla caviglia e interessa maggiormente gli atleti più “anziani”. Questo, di solito, avviene dopo un’improvvisa accelerazione.

Nello regione inguinale è abbastanza comune negli sport con molti cambi di direzione.

Lo strappo muscolare alla schiena, invece, è quasi sempre un’erronea convinzione in seguito alla percezione di una fitta nella regione lombare. In realtà, non è quasi mai così perché lo strappo muscolare alla schiena è rarissimo.

– consigli per lo strappo

In caso di strappo muscolare è sconsigliato praticare il massaggio decontratturante fino a completa guarigione

La prima cosa da fare in caso di strappo muscolare è attuare il protocollo POLICE: Protection (protezione) – Optimal Loading (carico ottimale ) – Ice (ghiaccio) – Compression ( compressione) – Elevation (elevazione).

Ci affidiamo, infine, all’acronimo HARM: Heat (calore) – Alcool – Running ( corsa ) – Massage, per comprendere quanto sia fondamentale evitare alcune cose che potrebbero ostacolare la riparazione dei tessuti della zona in lesione.

Lesioni Muscolari Nello Sport: prevenire è meglio che curare!

Prima dell’attività sportiva, di una prestazione fisica o di qualsiasi sforzo eccessivo è sempre meglio sottoporre l’atleta ad un riscaldamento completo e ad uno stretching specifico per elasticizzare tendini e muscoli, un valido aiuto per la prevenzione delle lesioni muscolari nello sport.

E’ importante ricordare di allenarsi solo quando ci si sente nella condizione di farlo, di rispettare sempre i tempi di riposo e di recupero, di utilizzare un abbigliamento tecnico adeguato alle condizioni climatiche.

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L’osteopatia per tutte le età.

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L’immaginario comune, e anche quello web, associa facilmente l’osteopatia ad un trattamento forte, adatto solo a giovani e sportivi.

Mai cosa più sbagliata, l’osteopatia è veramente una pratica aperta a tutti. Ogni individuo per sesso, età e fisicità può avvalersi dei benefici del trattamento osteopatico.

I contro effetti di tale approccio sono veramente nulli, sempre ammesso che si vada da un esperto osteopata, e questo la rende fruibile in ogni occasione.

corso di osteopatia educam

L’età neonatale e pediatrica – l’utilità osteopatica

Iniziamo con le prime fasi di vita, parecchi osteopati formati indirizzano il completamento dei loro studi e ricerca nell’ambito neonatale.

Basti pensare che all’ospedale pediatrico Meyer di Firenze dal 2009, l’osteopata Tommaso Ferrioni collabora nel reparto di Neurochirurgia.

Proprio nell’ospedale sopracitato è aperto il corso triennale di specializzazione in osteopatia pediatrica.

Sempre più numerosi genitori ricorrono a specifici trattamenti osteopatici per ridurre ed eliminare fastidiose condizioni nel proprio figlio.

L’osteopata pediatrico può intervenire in maniera dolce e delicata per risolvere numerose situazioni, i disturbi più comuni sono:

  • Problemi durante il nutrimento e la suzione
  • Coliche frequenti 
  • Disturbi del sonno
  • Otiti
  • ecc..

Insomma i nostri piccoli potranno avvalersi delle abilità osteopatiche per risolvere alla radice scomodissimi fastidi, sfruttando in totalità il potenziale di crescita.

Il trattamento nell’ambito sportivo

Lo sport è forse stato il primo ambito dove l’osteopata ha avuto terreno fertile per iniziare la scalata nell’immaginario comune. 

Ogni squadra di calcio ne ha uno, anche nelle serie minori, fino ad arrivare all’eccellenza. 
Una squadra che tiene al rendimento e alla cura dei propri atleti non rinuncia alla presenza di un osteopata nel team.

Lampante esempio è il nostro Walter Martinelli , che segue la società A.S. Roma e la Nazionale italiana di calcio, fornendo allo staff medico una visione in più nella prevenzione e nel recupero della condizione fisica e mentale degli atleti.

Ovviamente il calcio non è l’unico sport che si avvale della terapia manipolativa osteopatica, ne abbiamo esempi anche nel ciclismo, nel nuoto, nella scherma…

Insomma la dove lo sforzo fisico è richiesto, l’osteopata apporta il suo bagaglio tecnico-esperienziale a favore di un binomio vincente osteopata-atleta.

Osteopatia: Le manipolazioni dolci nella gravidanza

Dal concepimento alla nascita, sappiamo bene che è un periodo discretamente lungo, come sappiamo bene per esperienza diretta e indiretta che durante la gestazione sono numerosi i fastidi a cui la neomamma potrà andare incontro.

Può essere una nausea limitata ad una fase del tempo, o magari che viene espressa durante tutta la gravidanza.
Può sorgere una lombalgia nei mesi finali, difficoltà respiratoria dovuta dal posizionamento sottodiaframmatico del feto, reflusso, costipazione ecc..

Insomma le condizioni della neomamma possono essere davvero insidiose e noiose, andando indubbiamente ad intaccare la condizione psicologica.

Così come abbiamo una chiara idea dei fastidi presenti nel periodo gestazionale, altrettanto abbiamo chiarezza delle controindicazioni farmacologiche, sempre ammesso che esista una soluzione allopatica ai problemi sopraelencati.

L’osteopata può:

  • sfruttare tutto il corollario delle sue manipolazioni delicate al fine di migliorare le condizioni posizionali del feto, fornendogli tutto lo spazio necessario, senza fastidiose tensioni muscolo-viscerali;
  • permettere alla neomamma di “scrollarsi di dosso” tutto lo stress accessorio dettato dalle problematiche decisamente non desiderate;
  • migliorare la mobilità del bacino, sacro e coccige, della gestante, preparando quindi le strutture al momento della nascita, al fine di non consentire disturbi post nascita.

Anche nel periodo post nascita a volte è importante tornare dal proprio osteopata per tornare ad una condizione più neutrale possibile nel minor tempo.

Osteopatia nell’età geriatrica

L’età avanzata non deve preoccuparci affatto, l’utente geriatrico è anche lui adatto alla terapia manipolativa osteopatica.

Anzi forse è l’ambito dove è ancora più importante creare un’immagine della terapia manipolativa osteopatica più radicata.
L’aspetto piscologico, emotivo, fisico dell’anziano è importante esattamente come in ogni fascia di età, oserei anche di più (n.d.r.)

Talvolta troviamo utenti con importanti limitazioni fisiche o fisiologiche, e ciò indubbiamente influisce negativamente su tutto quello che è il concetto di benessere e salute.

Il carico farmacologico a volte è talmente alto, per varie situazioni pregresse, che il medico non può inserire nuovi farmaci per evitare il sovraccarico o interazioni tra le varie molecole. 

In questo modo, quella fastidiosa lombalgia, quella cervicalgia che ormai ha una storia sua, restano rilegate in secondo piano, restando però una fonte inesauribile di malessere psico-fisico nell’anziano.

Lì è proprio dove opera il “nostro” osteopata esperto, detendere la dove c’è tensione e stimolare lì dove serve supporto muscolare, fornendo al proprio utente geriatrico esperienza, capacità e quella sensazione di presa in cura, elementi vincenti del trattamento.

Per essere un ottimo professionista, la cosa più importante è la formazione, questo aiuterà ad essere sempre pronto ad affrontare ogni situazione con il massimo delle proprie capacità.

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