Perturbazioni: ti è mai capitato di sentire questa parola parlando di postura?
Oramai è noto che la posturologia è la branca della medicina complementare che si occupa di valutare la postura.
Quest’ultima può essere interpretata come risultante efferente del nostro organismo integrato e composto da tutti gli organi, apparati e sistemi.
Il posturologo, nelle postura, ricerca quella che viene definita la disfunzione primaria ovvero quella disfunzione che va ad intaccare l’economicità del sistema con tutte le sue sfaccettature.
Come si comporta il nostro corpo
Sulla base di quanto detto in presenza di un qualsiasi disturbo, che si instauri a causa di un evento traumatico oppure per una scorretta funzionalità protratta nel tempo, il nostro organismo attua sempre delle strategie adattative e compensatorie.
Ricordiamoci che il nostro corpo è regolato dalla legge dell’economicità di sistema, ovvero massimo confort possibile, minimo spreco di energie, massima resa e soprattutto assenza di dolore.
Tutto questo si trasmette sulla postura; ovvero tutti gli adattamenti e compensi che l’organismo mette in atto a fronte di una disfunzione, si strutturano nell’organismo creando delle ripercussioni sulla postura.
Posturologia e posturometria
Sulla base dei concetti precedentemente descritti quindi non si può avere solo una visione metrica della postura proprio perché a volte i compensi e gli adattamenti possono mettere in risalto delle dismetrie.
Quindi che fai rimetti in linea e correggi la dismetria anche se questa è un compenso?
Diciamo che, nel concetto di posturologia, servirebbe anche una visione integrata della postura e quindi una valutazione della stessa, integrata con tutti i sistemi e apparati del nostro organismo.
In quanto tale cercare di interagire con tutti questi sistemi e apparati per far risaltare sulla postura stessa (sistema efferente), quale di questi si trova in quel momento in disfunzione.
Le perturbazioni
Come si interagisce con i vari sistemi, apparati o organi?
Attraverso le perturbazioni, ovvero degli stimoli esterni che il posturologo mette nel sistema corpo per vedere come cambia la postura e da lì trarne le conclusioni sulla base di una profonda conoscenza della neurofisiologia e della biomeccanica.
Quindi per fare una similitudine (molto riduttiva), come fosse un input che noi immettiamo in un sistema binario per vedere come quest’ultimo lo integra e lo elabora per dare una risposta in uscita (output).
Una delle tante perturbazioni potrebbe essere il tassello di un millimetro posizionato sulla pianta del piede per andare a stimolare le varie catene miofasciali degli arti inferiori e vedere quindi come si riequilibra la postura.
Potrebbe essere la lente prismatica per valutare come si comporta l’occhio nella sua componente motoria e se questo recettore posturale minaccia l’economicità del sistema.
O ancora una perturbazione potrebbero essere gli iperboloidi (spessori) messi all’interno della bocca per valutare come quest’ultima si integra con l’intero sistema.
Chiaramente come queste perturbazioni che ho poc’anzi elencato ce ne possono essere tantissime altre con le quali relazionarsi con il sistema.
Quindi in definitiva il posturologo deve essere capace di valutare la persona che ha di fronte sia da un punto di vista metrico ma anche integrato, saper fare le giuste perturbazioni al momento giusto e soprattutto razionalizzarle.
Deve saper leggere, interagire ed interpretare la postura perché questa è la risultante e il riflesso del nostro stato di salute e non la causa su cui agire.
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