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La Naprapatia funziona? Ecco la disciplina olistica del futuro.

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La Naprapatia è un’arte manipolativa che basa la sua struttura sul lavoro corporeo a 360°. Essa è focalizzata sulla manipolazione della colonna vertebrale e del tessuto connettivo e si basa su dei principi fondamentali che prendono un po’ dall’osteopatia e da alcune tecniche chiropratiche, semplificando al massimo la valutazione ed il trattamento.

Alla Naprapatia appartiene un vero aproccio olistico ed integrato per ripristinare la salute nell’uomo, spesso incorporando terapie multiple e complementari, come massaggio, nutraceutica, stimolazioni muscolari non solo manipolative ma con l’applicazione mirata di esercizi specifici e non di meno l’uso di strumentazione e tools.

Essere semplicemente efficaci con la Naprapatia

La Naprapatia ha come obiettivo la riduzione le sublussazioni vertebrali o le anomalie fisiche presenti che provocano un disallineamento o dolore a carico delle zone della colonna vertebrale. Questa analisi sarà fatta grazie ad un approfondito colloquio ed un’attenta osservazione che culmina in un’ispezione del sistema muscolo-scheletrico. 

Il professionista condurrà un’analisi di punti dolorosi lungo la colonna vertebrale che gli daranno un preciso riferimento di dove manipolare ed al paziente la consapevolezza del miglioramento o della guarigione completa. 

Perché diventare Naprapata?

Il Naprapata è particolarmente efficace nell’identificare le strutture anatomiche stressate, del sistema miofasciale o tessuto connettivo, ritenendo che dove ci sia la restrizione di muscoli, legamenti e tendini, vi sia un’alterazione del flusso sanguigno e del funzionamento dei nervi. La Naprapatia  corregge questi blocchi attraverso la manipolazione  e l’elasticizzazione del tessuto connettivo. Inoltre, poiché questa disciplina si identifica in un approccio olistico, il  naprapata si preoccupa anche della salute emotiva del proprio assisitito. A questo proposito la preparazione ed il percorso didattico verrà arricchito con formazione in coaching, essenziale per la comunicazione con la persona.

Quindi determinare il livello di stress, lo stato nutrizionale e lo stato di “benessere” generale il professionista ha tutti gli strumenti necessari per poter essere efficace e determinante. 

Corso Massaggio Educam Italia

La Potenza del “Recovery”.

Uno squilibrio lungo una delle seguenti linee:

  1. Muscolo-scheletrica, posturale con l’insorgeza di dolore
  2. Stressogena con tutte le sue sfumature ovviamente anche emotive
  3. Nutrizionale con necessità di educazione e supplementazione adeguata

Possono segnalare problemi all’interno della struttura muscoloscheletrica e non solo.

Per questo il Naprapata viene addestrato alla completa ed effettiva arte del “Recovery”:

  1. La perfetta proposta di esercizio fisico post trattamento disegnato attorno e con la persona per massimizzare i risultati;
  2. Coaching motivazionale bidirezionale per il massimo focus sugli obiettivi;
  3. Nutraceutica e supplementazione per agire sulla parte organica.

La disciplina olistica del futuro.

In un momento dove c’è bisogno di competenza e di tanta praticità, la Naprapatia coniuga gli aspetti più efficaci delle scienze manipolative ed olistiche interagendo con il “sistema uomo” con la minima invasività e rischio e con la massima efficacia.

Se ti interessa saperne di più in merito a questo completo e stimolante percorso formativo devi assolutamente contattare L’Accademia di medicina complementare Educam che può offrirti le competenze adatte e tutte le informazioni per l’affascinante universo della Naprapatia.

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Scrocchiare le articolazioni fa male?

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Falsi miti e realtà dietro lo scrocchio

Cosa è lo scrocchio?

Partiamo dal significato della parola scrocchiare,  nel vocabolario treccani troviamo come definizione “provocare un rumore simile al gracidare della rana”.
Lo possiamo associare a numerose azioni, ma a dircela tutta quello che nell’immaginario comune “scrocchia” sono le articolazioni.

Tutti abbiamo pensato un tempo, o tutt’ora pensiamo che lo scroscio articolare che sentiamo quando andiamo a forzare un’articolazione sia dovuto ad un contatto osso-osso, o cartilagine-cartilagine, con conseguenze quali artriti, artrosi, sublussazioni; ma analizziamo bene cosa succede.

Cosa produce il rumore dello scrocchio? Il significato della cavitazione

Il suono riprodotto quando allunghiamo, flettiamo o torciamo le articolazioni è dato dalla cavitazione, ossia un fenomeno consistente nella formazione di zone di gas all’interno di un fluido che implodendo producono un rumore caratteristico.

Le nostre articolazioni sono composte da due capi ossei rivestiti di cartilagine, uniti tra loro da una capsula articolare legamentosa.
all’interno della capsula articolare è presente il liquido sinoviale, un liquido viscoso che funge da protezione e da lubrificante per l’articolazione stessa.

All’interno del liquido sinoviale, vi sono disciolti gas, tra cui principalmente l’anidride carbonica.
Questi tendono ad organizzarsi sotto forma di bolle, al variare della pressione interna esercitata dalla tensione articolare, tali bolle esplodono, organizzandosi in micro bolle e producendo il caratteristico crack.

Immediatamente abbiamo una sensazione altamente piacevole, per poi essere sostituita dal dubbio: “farà male?”

Articoli e ricerche scientifiche a supporto

Nell’articolo “Effect of habitual knuckle cracking on hand function.” pubblicato nell’ “Annals of Rheumatic Diseases” vengono confrontati 300 casi di persone in assenza di patologie neuromuscolari o infiammatorie.
Solo una percentuale del gruppo di studio dichiarava l’abitudine di scrocchiarsi le dita.
I test clinici effettuati sulle articolazioni dell’intero campione, non hanno evidenziato alcun tipo di differenza tra i vari soggetti.

Inoltre, un medico californiano, Donal Unger ha prodotto una curiosa ricerca su se stesso, per 60 anni ha mantenuto l’abitudine di scrocchiare le dita solo di una mano, la sinistra, mentre la destra non ha subito lo stesso trattamento.  Lo studio, che non ha valore scientifico, ha dimostrato che scrocchiarsi le dita non aveva prodotto nessuna incidenza nella mano sinistra, pertanto è arrivato ad affermare che scrocchiarsi le dita non sviluppa artriti.

Scrocchiare il collo, causa gravi conseguenze?

Per quanto scenico e preoccupante da vedere, scrocchiare il collo non presenta grandi rischi.
Certamente l’errata esecuzione della manipolazione può portare a momentanei fastidi di origine legamentosa o muscolare.

Essendo un complesso articolare che presenta più strutture al suo interno è importante affidarsi ad un ottimo professionista, piuttosto che al fai da te, proprio per non incappare in fastidi o microtraumi. 

Ho paura dello scrocchio, ma voglio andare dall’osteopata

Partiamo dal presupposto che lo “scrocchio” è solo uno degli approcci di un professionista osteopata, non è quindi detto che all’interno di una seduta ci sarà necessità di procedere con questa manipolazione.

Tuttavia, prima di procedere ad una eventuale tecnica che preveda lo scroscio articolare, il professionista osteopata metterà al servizio dell’utente una valutazione completa di tutte le componenti osteo-articolari ma anche vascolari e viscerali, al fine di procedere in completa tranquillità e sicurezza.

La formazione di un osteopata – EDUCAM

Se sei affascinato dall’osteopatia ti interesserà sapere che il percorso per diventare osteopata Educam prevede 5 anni di studi, dove viene data importanza all’anatomia e alla fisiologia ancor prima delle diverse tecniche di intervento manipolative.
Come già detto un’ottimo professionista osteopata deve conoscere nel dettaglio ogni segmento corporeo prima di mettere mano e procedere con una manipolazione.

Diventa un osteopata professionista con il nostro corso di Osteopatia Umana. Scopri il corso cliccando sul pulsante qui sotto.

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5 Consigli per mantenere sano il sistema fasciale del Tuo cane

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Il sistema fasciale in osteopatia animale

La fascia è una rete di tessuto connettivo che avvolge, sostiene, unisce e al tempo stesso separa tutte le parti del corpo. La fascia avvolge muscoli, organi, nervi, ossa e vasi sanguigni. Permette ai muscoli di muoversi liberamente accanto ad altre strutture e riduce l’attrito fra le parti garantendo lo scorrimento e lo scivolamento dei tessuti.

La fascia viene definita “l’organo della postura”.

Muscolo e fascia costituiscono il sistema miofasciale.

Il sistema miofasciale ricopre un ruolo importante nella trasmissione delle forze all’interno del corpo. Inoltre essendo ricco di meccanocettori svolge una funzione determinante nel sistema di comunicazione di tutto il corpo.

Sistema Fasciale e Benessere Animale

Una fascia sana si presenta liscia, scivolosa e flessibile.

Una ridotta attività fisica, una eccessiva attività fisica, movimenti ripetitivi che sovraccaricano una determinata area del corpo, lesioni/traumi possono compromettere la qualità e la mobilità della fascia. Se l’elasticità, lo scorrimento e la mobilità della fascia vengono compromesse aumenta il rischio di infortuni, la gamma di movimento si può ridurre; possono insorgere cambiamenti comportamentali, l’animale può presentare una improvvisa riluttanza ad essere toccato.

Come mantenere sana la Fascia?

Controlli periodici dal tuo osteopata animale di fiducia ti permettono di monitorare costantemente lo stato della fascia e di individuare la presenza di eventuali disfunzioni o restrizioni di mobilità. Le Tecniche di rilascio e di bilanciamento miofasciale utilizzano un approccio delicato e non invasivo che consente alla fascia di recuperare l’elasticità e lo schema di movimento appropriato.

Anche tu puoi fare la differenza seguendo delle semplici accortezze!

5 Consigli per mantenere sano il sistema fasciale del Tuo cane

  1. Riscalda e defatica il tuo cane nella maniera più adeguata prima e dopo le attività (sportive e non)
  2. Pianifica settimanalmente le attività da svolgere con il tuo cane ed evita sforzi eccessivi
  3. Osserva il tuo cane e impara a riconoscere i segnali di affaticamento
  4. Segui un piano di allenamento corretto e bilanciato. Il movimento è la chiave del benessere (“La vita è movimento, il movimento è vita” A.Taylor Still)
  5. Dedica uno o due giorni a settimana al riposo e al relax

Sei un cinofilo professionista, un semplice appassionato o un proprietario consapevole?

Se vuoi approfondire l’argomento e fare del Benessere Animale la tua professione diventando un Esperto in Osteopatia Animale, clicca qui:

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I 3 elementi del Massaggio Bioenergetico e Psicosomatico.

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Il Massaggio Bioenergetico, e i suoi 3 elementi, è un approccio manuale alla persona, che integra i principi della Psicosomatica a quelli della Bioenergetica. Si occupa dei legami che intercorrono tra la componente psichico-emotiva e quella somatica. Sostiene la relazione tra l’atteggiamento fisico di una persona e la struttura del suo Io.

Il Massaggio Bioenergetico considera l’organismo umano come un “tutto”, e i versanti psichico e somatico come funzioni strettamente correlate. E’ una chiave d’accesso al corpo, diretta ed efficace. Permette alla persona, attraverso lo scioglimento delle tensioni corporee, di liberare ed esprimere le emozioni imprigionate nelle varie regioni del corpo che presentano tensioni.

I 3 elementi del Massaggio Bioenergetico.

ll primo dei 3 elementi del Massaggio Bioenergetico: la relazione tra corpo ed emozioni.

Un corpo libero da tensioni, è un corpo in cui l’energia vitale scorre fluida e si manifesta attraverso una sana e autentica espressione di Sé. Le tensioni che si manifestano nel corpo, sono l’espressione di un conflitto emotivo, che nel corpo prende forma, in attesa di essere espresso e risolto.

L’esperienza del Massaggio Bioenergetico, permette alla persona di acquisire consapevolezza, responsabilità e presenza. Favorisce la creazione di uno spazio in cui è possibile raccontare la propria storia, esprimere bisogni, vissuti emotivi e ricordi. Permettendo al corpo e alle emozioni di esprimersi con equilibrio, la persona recupera lo stato di benessere e abbassa il livello di stress.

Il Massaggio Bioenergetico ha l’obiettivo di sciogliere tensioni e blocchi muscolari, lievi o cronici. Consente alla persona di evocare, rivivere, ricostruire e riordinare, le emozioni, che in quelle tensioni e in quei blocchi sono custodite. Quando le emozioni rimosse riemergono alla consapevolezza, vengono elaborate e pian piano reintegrate nel senso di identità della persona.

Il Secondo dei 3 elementi del Massaggio Bioenergetico: “sentire il corpo”.

Il Massaggio Bioenergetico, grazie ai 3 elementi che lo caratterizzano, si fonda sul rilassamento profondo della persona, lasciando lo spazio necessario  all’espressione di sensazioni, emozioni, pensieri, ricordi e immagini. L’obiettivo è quello di attivare la propriocezione, ovvero la capacità di “sentire il corpo”, imparando a dialogare con esso. Così sarà possibile sciogliere blocchi e tensioni corporee, permettendo all’energia vitale di riprendere a fluire.

Una tensione corporea è una resistenza che si sta mettendo in atto, attraverso un atteggiamento fisico difensivo, che con il tempo può divenire cronico. E’ quindi necessario riconoscere la causa, o le cause, che generano blocchi e tensioni, che nel corpo prendono forma, impedendo la naturale vitalità dell’organismo.

i 3 elementi del massaggio bioenergetico

Il Terzo dei 3 elementi del Massaggio Bioenergetico: i benefici del contatto corporeo diretto.

Il contatto corporeo diretto, attraverso la pelle, evoca nella persona reazioni potenti, poiché bypassa il sistema difensivo neocorticale-razionale. Parla direttamente alla complessità mente-corpo-cuore, propria dell’organismo umano, permettendo alla persona di accedere alla sua parte psichica più profonda e primordiale.

Il Massaggio Bioenergetico, come considera la pelle?

Il Massaggio Bioenergetico considera la pelle come una superficie organica strettamente collegata agli aspetti psichici ed emotivi della persona. Sostiene l’analogia, tra la pelle, come involucro del corpo, e l’Io, come involucro psichico.

I 3 elementi del Massaggio Bioenergetico.

Il Massaggio Bioenergetico, come utilizza il “tocco”?

Il massaggio bioenergetico è una tecnica che utilizza “il tocco”, per entrare in profondità, oltre la pelle, permettendo alla persona di contattare il proprio inconscio. Sostiene la teoria che l’inconscio eserciti un’influenza profonda sul benessere del corpo. Basa il suo approccio sulla relazione tra i malesseri psico-fisici, e lo squilibrio tra il corpo e la psiche.

Il Corso di Massaggio Bioenergetico e Psicosomatico Educam, offre la possibilità di conoscere le relazioni che intercorrono tra corpo, mente ed emotività. Fornisce, attraverso un percorso didattico, sia teorico che pratico, strumenti validi e concreti, per poter applicare questa tecnica corporea, in maniera competente, sicura ed efficace.

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Il favoloso mondo della Medicina Forestale

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“Eravano 4 biofili al bar…che volevano cambiare il mondo …”poi uno disse agli altri :

“Ehi, ma la conoscete la medicina forestale?”E i 3 restanti scossero il capo “no, di cosa si tratta?” risposero in coro, così quello continuò :

“Bene, venite con me, vi condurrò in un favoloso viaggio tra i boschi di ogni epoca e latitudine, guidati dagli esperti facilitatori della medicina forestale, dell’A.I.Me.F., l’Associazione Italiana di Medicina Forestale!”

Il calendario degli alberi

C’era  una volta, un popolo formidabile e battagliero : i Celti, i quali consideravano gli alberi fulcri di conoscenza ed entità divine. Per loro il mondo naturale, e gli alberi in particolare, erano dotati di poteri taumaturgici, magici e soprannaturali. Perciò, questo popolo scelse di regolare il proprio tempo seguendo un calendario dedicato proprio agli alberi, portatori di saggezza e conoscenza, affinché questi potessero guidarli in ogni circostanza e avvenimento importante per la collettività.

Nacque così il “Calendario degli Alberi” basato sui tredici mesi dell’anno lunare, di ventotto giorni ciascuno e corrispondente alle tredici consonanti ancora presenti nell’alfabeto irlandese dei nomi dell’albero.

Secondo alcune ricostruzioni alfabeto e calendario sarebbero così stati formati:
B Beth, la betulla 24 dicembre – 20 gennaio
L Luis, il sorbo 21 gennaio – 17 febbraio
N Nion, il frassino 18 febbraio – 17 marzo
F Fearn, l’ontano 18 marzo – 14 aprile
S Saile, il salice 15 aprile – 12 maggio
H Hath, il biancospino 13 maggio – 9 giugno
D Duir, la quercia 10 giugno – 7 luglio
T Tinne, l’agrifoglio 8 luglio – 4 agosto
C Coll, il nocciolo 5 agosto – 1 settembre
M Muin, la vite 2 settembre – 29 settembre
G Gort, l’edera 30 settembre – 27 ottobre
P Peith, il tiglio 28 ottobre – 24 novembre
R Ruis, il sambuco 25 novembre – 22 dicembre
Idho, il tasso 23 dicembre

La BVOC terapia

Così, i nostri amici biofili decidono di abbracciare una grande quercia al centro del loro paese e respirarne tutti i benefici B-VOC (Biogenic Volatile Organic Compounds :
Composti Organici Volatili di Origine Biogenica).
Le piante emettono i B-VOC da tutte le loro parti : dalle radici, le foglie, perfino dalla corteccia. Lo sapevate che grazie a queste molecole, la quercia e tutti gli altri alberi possono:  inviare e ricevere segnali di difesa, quando è in arrivo un predatore ; proteggersi, rendendo le foglie più amare; comunicare agli Insetti Impollinatori che hanno una dolcissima Linfa
Zuccherina così da attirarli e favorire la diffusione del seme. E poi possono anche imitare gli odori e i colori caratteristici dell’altro sesso dell’insetto Impollinatore, così da favorirne
l’avvicinamento. Inoltre, grazie ai B-VOC, le piante sono in grado di fare moltissime altre cose che scoprirete nel dettaglio se seguirete il corso della scuola di Medicina Forestale.

La quercia sacra

Ma torniamo ai nostri amici al bar ed alla celebrazione in onore dell’albero del mese, la quercia.

Secondo la mitologia dei Celti, D Duir, la quercia è l’albero del mese dal 10 giugno al 7 luglio.

Resistente, forte e protettiva, è la regina delle piante celtiche, così che moltissimi degli strumenti di questo popolo, dalle navi, alle porte o gli scudi, venivano costruiti con il suo legno. Tutto veniva usato della quercia, perfino la ghianda, considerata seme della scienza divina che veniva mangiato dai Druidi come cibo come cibo rituale e sostanza magica.

Per questo popolo la quercia era l’albero sacro per eccellenza, simbolo del potere e dell’equilibrio, nonché veicolo di unione tra i due mondi, umano e divino. Sotto la sua ombra, i Druidi (termine che deriva dal gaelico dwuir “quercia” e wid “conoscenza”, quindi “colui che detiene la sapienza contenuta nella quercia”) prendevano le decisioni più importanti e sulla sua chioma raccoglievano con un falcetto d’oro, il  sacro vischio “che guarisce tutto”.

Astrologia mitica

Uno dei nostri amici biofili è nato proprio nel mese della quercia.

Ha una personalità tranquilla e determinata, anche se un po’ troppo rigida. Ha il tipico temperamento dei nati sotto il segno della quercia. Ottimo leader, passionale seppur amante della stabilità e dal grande senso della famiglia.

E’ lui che si appassiona a tutti i doni che può ricevere dalla quercia, suo albero protettore.

Immergiti con A.I.Me.F.

In quanto latifoglia, la quercia rilascia copiosamente nell’aria e nel terreno tantissimi provvidenziali Terpeni, che rendono le immersioni forestali estremamente terapeutiche.

Anche se non sei nato sotto il segno della quercia, puoi goderne i benefici partecipando ai bagni di foresta organizzati da A.I.Me.F. e perfino diventare un esperto di B-VOC, di botanica, neurologia vegetale, di oli essenziali, di erboristeria e di moltissime altre materie impartite al corso di Medicina Forestale della nostra scuola EDUCAM.

E poi, se vuoi sapere di più sul favoloso mondo delle Immersioni forestali … non perderti il prossimo articolo …

Desideri approfondire il mondo della Medicina Forestale?

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